Dom 28 Settembre 2025
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Tajani lancia Manifesto inclusivo per quota 20%: Fi diversa da alleati

AttualitàTajani lancia Manifesto inclusivo per quota 20%: Fi diversa da alleati

Telese Terme (Bn), 28 set. (askanews) – L’obiettivo è il 20% alle elezioni politiche del 2027. Per raggiungerlo Forza Italia deve allargare i propri confini: parlare ai delusi del centrosinistra (che Schlein e Conte hanno spostato solo a sinistra), al ceto medio sì, ma anche ai deboli, detassando gli stipendi bassi, a chi fa scelte diverse rispetto alla famiglia tradizionale. È il ragionamento di Antonio Tajani a conclusione della tre giorni a Telese Terme, nel beneventano, dove il partito fondato da Silvio Berlusconi si è ritrovato per “rilanciare la propria identità” attraverso il manifesto della Libertà e un nuovo Pantheon. E’ una sfida al Pd, a M5s ma anche agli alleati di governo, la Lega in particolare, con cui il segretario azzurro ha visioni radicalmente opposte su banche e rottamazione.

“Abbiamo riposizionato Fi. Il manifesto della Libertà serve a dare più forza alla nostra identità, a ribadire che siamo differenti anche dai nostri alleati”, puntualizza Tajani. “Una forza come la nostra deve essere la grande sostenitrice del ceto medio ma anche far crescere chi è sotto la soglia della povertà per farlo diventare ceto medio”. Non con il salario minimo per legge, “roba da Urss”, né con il reddito di cittadinanza caro ai 5 stelle. Bensì detassando gli stipendi più bassi, quelli tra 7,5 euro e 9 euro l’ora. Non costa granché, è roba di qualche centinaio di milioni di euro”.

Su questa proposta Tajani lancia dal palco la sfida a Conte che in mattinata lo ha attaccato per aver ballato venerdì sera in piazza sulle note di Battisti: “Preferisco non essere un segretario impomatato, preferisco stare in mezzo alla gente, non mi vergogno di essere parte di questo popolo”.

Il Manifesto della Libertà contiene alcuni distinguo rispetto alle istanze degli alleati di Fdi e della Lega. Sulla famiglia ad esempio: “Noi consideriamo la tutela giuridica di forme di affettività diverse dalla famiglia un diritto legittimo”. Concetto che Tajani riprende dal palco: “Dobbiamo garantire i diritti alle unioni civili, che non significa andare contro la famiglia tradizionale, ma rispettare anche chi fa scelte diverse. Siamo cristiani, per noi sono tutti figli di Dio”. La parole gay o omosessuali non vengono mai pronunciate ma il messaggio a quel mondo arriva e Gaylib plaude. E mentre la Lega di Salvini punta quotidianamente il dito contro i profitti delle banche, Fi gli dedica un passaggio del manifesto: alla finanza e alle banche che “crediamo esercitino un ruolo positivo fondamentale per il funzionamento di un’economia avanzata e quindi per il benessere collettivo”.

“L’ho fatto avere anche a Marina e Piersilvio Berlusconi, credo gli sia piaciuto”, rivela Tajani. Sul palco lo illustra il suo estensore, Andrea Orsini, deputato di lungo corso di Fi, molto vicino a Silvio Berlusconi, lo commentano Mario Sechi, ex portavoce della premier Giorgia Meloni e direttore di Libero, e Pupi Avati. Per il regista, elettore di Fi “innamorato di Berlusconi”, “il partito manca un po’ di un’identità, non quella della destra ma quella che guarda al 50% di chi non vota, come fece Berlusconi nel 1994. Era l’Italia migliore. Come riacchiapparli? Dimostrando di essere non così continuamente in polemica, così stizziti”. A cominciare dal mondo della cultura e del cinema che – Avati ne è convinto a differenza di Sechi – non è più vero sia tutto in mano alla sinistra. “Col cinema italiano bisogna aprire un dialogo, aiutarlo a rimanere vivo”. E propone che Fi si faccia promotrice, in maggioranza, di una agenzia per il cinema, sottraendo la competenza al ministero della Cultura di Giuli. Un’agenzia fatta di tecnici perché i politici “non capiscono nulla di cinema”.

Insomma tutti sono convinti che il partito abbia grandi potenzialità ma Tajani, seppure artefice di una ripresa inaspettata, sa di non essere Berlusconi e quindi esorta a “rinforzare la nostra struttura organizzativa. Berlusconi copriva tutte le magagne ma io non sono Berlusconi, bisogna fare in modo che il partito supplisca all’assenza del fondatore e lo può fare solo rafforzando la democrazia interna, facendo congressi dove gli iscritti devono essere liberi di scegliersi chi li comanda, il segretario deve essere eletto dalla base”.

Nella tre giorni telesina non si fanno nomi sul candidato alle elezioni regionali in Campania. Sia il segretario regionale, l’europarlamentare Fulvio Martusciello, che Tajani sottolineano a più riprese che se il centrodestra vuole vincere deve puntare su un candidato civico perché dopo la scelta di Fico come candidato del campo largo sono tanti nel Pd, ‘deluchiani’ soprattutto, a essere delusi e attratti da Fi. Ad esempio il consigliere regionale Giovanni Zannini, ospite della kermesse, dove ricorda le sue 22mila preferenze. “Mi auguro gli alleati ci ascoltino”.

Tramontata l’ipotesi di Giosy Romano, in pole, sembra essere il prefetto di Napoli Michele Di Bari. Un civico, secondo Tajani, serve anche in Puglia, altra regione dove la partita è in salita, in Veneto invece Fi non ha pregiudizi. Lì il braccio di ferro è tutto tra Lega e Fdi ma il ministro degli Esteri fa sapere che Fi chiederà il sindaco di Verona.

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