L’Anpi denuncia il caso del primo cittadino di un piccolo comune del bresciano proprietario di un hotel dove sono esposti foto di Benito Mussolini e memorabilia del ventennio, Bottiglie di “vino nero per i camerati”, busti del duce, il motto “molti nemici molto onore” all’ingresso; calendari, cimeli e altre fotografie di Benito Mussolini e immagini del ventennio. Nell’albergo del sindaco del paese. Fa discutere, nel bresciano, il caso dell’hotel Avio di Temù, tra i cui proprietari risulta anche Giuseppe Pasina, primo cittadino del paese della Val Camonica (Temù, appunto, 1.100 abitanti). A denunciare l’imbarazzante “conflitto” istituzionale – il sindaco, pubblico ufficiale, è anche proprietario-gestore di una struttura dove vengono esposti al pubblico cimeli inneggianti al fascismo – è l’Anpi di Valle Camonica e Valsaviore. “Stupisce e inquieta che un esercizio pubblico e un sindaco della Valle Camonica, terra di Resistenza e di sacrificio, non esitino a proporre come modelli agli avventori, ai turisti e ai concittadini personaggi e vicende della storia italiana che hanno significato oppressione, lutti e distruzioni “, spiega l’Anpi. “Auspichiamo – si legge in un comunicato – che i titolari dell’albergo rimuovano spontaneamente la tronfia e macabra esposizione e che il sindaco di Temù, in quanto ufficiale di governo, adotti provvedimenti opportuni a far cessare l’apologia di fascismo”. Il vino nero “per i camerati” esposto all’hotel Avio di Temù (Brescia) L’albergo di Temù è solo l’ultimo di una lunga serie di casi simili. In questi anni la Repubblica ha denunciato il contratto di simboli e prodotti inneggianti al fascismo in molti locali e luoghi pubblici. Alberghi, ristoranti, bar, supermercati (in vendita). Nel 2017 raccontammo il caso – che fece molto discutere – della spiaggia fascista di Chioggia, Lido Punta Canna, il cui gestore inneggiava al regime di fronte a centinaia di bagnanti e aveva arredato lo stabilimento con motti e immagini del fascismo. Una vicenda che diventò anche giudiziaria: Gianni Scarpa, titolare di Punta Canna, fu denunciato per apologia di fascismo (violazione legge Scelba). Poi i giudici, Continua a leggere su: La Repubblica
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