Il giudice del distretto di Washington Royce Lamberth ha respinto la richiesta di bloccare l’imminente uscita del libro dell’ex consigliere per la Sicurezza nazionale John Bolton, con le sue rivelazio…, Proprio nel giorno in cui Trump sperava di dare nuovo slancio alla sua campagna elettorale per le presidenziali con il primo comizio dopo l’emergenza coronavirus a Tulsa, in Oklahoma, nuove tegole si sono abbattute su di lui. Il giudice federale Royce Lamberth ha deciso che l’ex consigliere per la Sicurezza nazionale John Bolton può andare avanti nella pubblicazione del suo libro ‘The Room Where It Happened: A White House Memoir’, che l’amministrazione Trump ha cercato di bloccare sostenendo di essere preoccupata per la diffusione di informazioni classificate. L’uscita è prevista per martedì. Il libro dipinge un ritratto poco lusinghiero del processo decisionale di politica estera di Trump durante il turbolento anno e mezzo che Bolton ha trascorso alla Casa Bianca. Il giudice ha però chiarito anche le sue preoccupazioni sul fatto che Bolton abbia “giocato d’azzardo con la sicurezza nazionale degli Stati Uniti”, evitando la revisione pre-pubblicazione volta per impedire ai funzionari del governo di svelare segreti nelle memorie che pubblicano. Ma con 200mila copie già distribuite ai rivenditori in tutto il paese, tentare di bloccarne l’uscita sarebbe inutile, ha scritto il giudice: “Il danno è fatto. Non è possibile ripristinare lo status quo”. Trump ha reagito a muso duro. “John Bolton, che era fallito fino a quando non gli ho dato una possibilità io, ha infranto la legge rilasciando informazioni classificate (in quantità enormi). Deve pagare un prezzo molto alto per questo, come altri prima di lui”, l’affondo su Twitter, “Gli piace lanciare bombe sulle persone e ucciderle. Ora avrà bombe su di sè!”. La versione del tycoon è che si tratti di una “grande vittoria in tribunale contro Bolton. Ovviamente, con il libro già distribuito e diffuso a molte persone e ai media, nulla avrebbe potuto fare il giudice”. Un’altra grana riguarda il procuratore di New York Geoffrey Berman, che ha supervisionato i principali, Continua a leggere su: Lastampa.it
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