Milano, 24 ott. (askanews) – A quarant’anni dalla prima esperienza con il Metodo Classico e nel suo ottantesimo anno di vita, Graziano Merotto presenta il “Rosé Pas Dosé 2022” da Pinot Nero in purezza, segnando un ritorno alle origini e una riflessione sul proprio percorso. La nuova referenza è prodotta in 6.000 bottiglie e alcuni grandi formati, e l’etichetta, dedicata a Rossella, compagna di vita e di lavoro, reca in trasparenza la desinenza del suo nome.
Merotto non realizzerà il millesimo 2023 poiché l’annata non ha mostrato le condizioni ideali, ma tornerà nel 2024 con un Metodo Classico bianco ottenuto da Pinot Bianco, Pinot Nero e una piccola quota di Riesling. La scelta è di destinare solo le vendemmie migliori a questa produzione, che potrà alternarsi, a seconda delle annate, nelle versioni bianca o rosata. “Questo vino è un legame tra memoria e futuro” dichiara Merotto, evidenziando che “il cuore produttivo resterà il Prosecco di collina, ma il Metodo Classico rappresenta una parte importante della mia storia”.
La storia di Merotto inizia nel 1972 tra Col San Martino e Farra di Soligo (Treviso), dove avvia l’attività con 1.400 metri di terreno coltivabile. L’approccio è quello del lavoro manuale, della cura quotidiana delle vigne e della ricerca della qualità. Negli anni Ottanta, affascinato dal Pinot Nero, acquista le prime pupitres e sperimenta il Metodo Classico producendo poche bottiglie, destinate in gran parte al consumo personale. Negli anni successivi si dedica al Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore, consolidando la presenza dell’azienda nel territorio. Oggi la Tenuta dispone di vigneti distribuiti in varie zone della Denominazione, tra cui rare parcelle di Pinot Nero a Col San Martino.
Il ritorno di Graziano Merotto al Metodo Classico segna una nuova tappa per l’azienda e per il territorio di Conegliano Valdobbiadene, riconosciuto dall’Unesco, confermando una continuità tra tradizione e rinnovamento.
Foto di Mattia Mionetto



